In Italia, la matematica è tra le discipline che risente maggiormente di pregiudizi e stereotipi: è presentata come una materia difficile, chiusa, non inclusiva e polarizzante tra chi la ama e chi la detesta.
Preconcetti che non risparmiano neanche la nostra città, in quanto Roma è in fondo alle classifiche europee per occupati in ricerca e sviluppo (19° posto) e per addetti in industrie high-tech (25° posto).
Da questa difficoltà oggettiva nei confronti della matematica e delle materie scientifiche, nasce Dopolavoro matematico un progetto ideato e promosso da Christian Raimo, assessore alla Cultura di Roma Futura al III Municipio, insieme a decine di altri matematici, docenti universitari e di scuola, ricercatori, studiosi e appassionati.
L’idea è di contrastare i luoghi comuni che circondano queste discipline, superando così la vecchia dicotomia tra il sapere scientifico e quello umanistico. È necessario liberare la cultura e la formazione dal controllo del modello competitivo e produttivistico.
Altro obiettivo prioritario di Dopolavoro Matematico, come scrive Raimo, è quello di ribaltare il ruolo della matematica nella percezione comune, incentivare lo studio e la curiosità rispetto a tale disciplina, abbattere quei timori, ingiustificati, che sorgono tutte le volte si pensa al “mondo dei numeri”.
Il progetto vuole, dunque, sostenere un nuovo ruolo della matematica nel terzo millennio, posizionandola nuovamente al centro del dibattito pubblico del Paese. È una scienza, ma è anche uno strumento che può ricucire e rinsaldare una comunità.
La prima giornata, “Quale matematica per la città”, si terrà domenica 13 marzo dalle 10,30 ai Portici di Via Monte Cervialto.