Ancora una volta a Roma la discussione sui rifiuti rischia di assumere le dimensioni di un derby «termovalorizzatore si o no?», togliendo la possibilità ai romani e alle romane di comprendere, partecipare e svolgere il necessario ruolo di cittadini e cittadine responsabili che è alla base dell’economia circolare.
Ha fatto bene il Sindaco a porre il problema della chiusura del ciclo dei rifiuti, chiunque abbia davvero a cuore il futuro di Roma sa che questa è la vera sfida.
Si tratta di fare quel che abbiamo promesso in campagna elettorale, quello che c’è scritto nell’ordine del giorno approvato in Assemblea Capitolina la scorsa settimana, Roma deve procedere spedita sulla riduzione dei rifiuti, sul recupero dei materiali, sul riciclo, su una virtuosa filiera dell’economia circolare e ambire a recuperare terreno, ad essere capitale anche su questo fronte strategico.
A partire da qui, noi di Roma Futura non condividiamo l’idea che l’unica soluzione per la frazione incomprimibile sia il termovalorizzatore perché è un po’ come se si decidesse di costruire un palazzo partendo dal tetto. Si rischia frenare l’implementazione della raccolta differenziata su cui siamo molto in ritardo o di trasformare Roma in un hub della valorizzazione di rifiuti provenienti da altri comuni.
Un impianto da 600.000 tonnellate annue di rifiuti sarebbe circa il doppio di quello Acea di San Vittore, nel Lazio, e sarebbe per grandezza il secondo nel Paese.
Per la Capitale è necessario puntare sulle fondamenta della corretta gestione del ciclo dei rifiuti, cercando soluzioni per la chiusura del ciclo. È la strada indicata dall’Europa ed è la via che deve seguire anche Roma.
Le priorità dell’amministrazione sul fronte dei rifiuti è ridurre la produzione di rifiuti, incrementare la raccolta differenziata, rafforzare il porta a porta puntando a chiudere il ciclo municipio per municipio, investire in innovazione e dotare la città di impianti di recupero dei materiali all’avanguardia, in modo da dare un destino fruttuoso, nell’ottica dell’economia circolare, a tutte le frazioni raccolte.
Siamo consapevoli che una volta attuate tutte le politiche virtuose del caso, senza accontentarsi di raggiungere il 65% della raccolta differenziata, rimarrebbe una quota residuale di rifiuti indifferenziati e l’opzione migliore non è certo la discarica.
E allora accettiamo la sfida del Sindaco Gualtieri e gli chiediamo di dare seguito a quanto approvato in Assemblea Capitolina: una discussione pubblica, municipio per municipio per illustrare obiettivi, tempi e modi del piano industriale che ha in mente.
Noi faremo la nostra parte: è per questo che nei prossimi giorni lanceremo la prima di tante assemblee per discutere della proposta del Sindaco, confrontandoci sulle parti che non ci convincono, ascoltando associazioni, comitati e sindacati e sostenendo con convinzione l’impegno per uscire dall’emergenza ridando dignità ad una città che da anni non è riuscita oggettivamente ad avere una strategia seria e credibile sui rifiuti.
Vogliamo fare politica, dare gambe alla svolta ecologica di Roma.
Il derby facciamolo solo allo stadio.