di Giovanni Caudo
Dal luglio 2018 sono il Presidente del Municipio Roma III – Montesacro, un mandato che doveva scadere con la sindaca a Giugno e che per la proroga delle elezioni si concluderà il prossimo ottobre. Sono poco più di 1.100 giorni, tre anni.
Governo con una coalizione di centro sinistra, composta da 9 consiglieri del PD, 3 della lista civica Caudo, 2 consiglieri di Liberi e Uguali e 1 consiglieri del Centro Solidale per Caudo. La giunta nominata il 12 luglio del 2018 è quella che ho scelto all’inizio, non l’ho mai cambiata, ed è composta da sei persone, la potete leggere qui.
Tranne due persone nessuno di loro aveva fatto prima attività politica e amministrativa a Roma.
In questi anni, se scorrete i post sulla mia pagina Facebook, troverete molte delle cose fatte per la scuola (quattro nuove scuole aperte), per le opere pubbliche (oltre 40 cantieri attivati), progetti sul sociale come il centro di accoglienza di via Gentiloni o il “Dopo di Noi”, la Casa dei Diritti e delle differenze per le politiche di genere, oltre 150 eventi culturali, potrei continuare e ricordare la battaglia organizzata insieme ai miei cittadini per affermare al verità contro le bugie che venivano dette dalla sindaca e dalla sua assessora sull’impianto TMB di via Salaria e sulle emissioni odorose che infestavano l’aria di diversi quartieri (Villa Spada, Fidene, Nuovo Salario, ma progressivamente tutto il Municipio e anche il secondo, piazza Vescovio).
In questi anni non ho mai detto questo non ci compete, io e gli assessori ci siamo fatti carico di tutto quello che i cittadini ci segnalavano e siamo andati a portare le loro istanze lì dove era necessario, lì dove bisognava che si prendessero le decisioni che i cittadini si aspettano.
Si, in molti casi queste decisioni, dato l’imperfetto decentramento che il Comune di Roma ha realizzato verso i Municipi, dipendono dagli assessorati di Roma Capitale, dalla sindaca e dai dipartimenti di Roma Capitale. Il Municipio non ha potere di decisione autonoma, c’è un barocchismo amministrativo che rende difficile governare questa città.
Due temi in particolare stanno nei pensieri dei cittadini e offuscano se non cancellano qualsiasi altra iniziativa che mettiamo in campo: sono i rifiuti maleodoranti, i cassonetti trasbordanti e i marciapiedi che sono diventati una giungla. Qualsiasi cosa comunichiamo c’è sempre lo scontento dei cittadini per la condizione in cui versano i marciapiedi e la monnezza.
Roma è una città sporca e i marciapiedi sono diventati una giungla, ma non solo quelli del Municipio III. Io mi meraviglio che ci possa essere ancora chi dopo cinque anni vorrebbe dare credito a una amministrazione e una sindaca che ha ridotto la città in questo modo. Al tempo della comunicazione social non conta quello che fai ma quello che dici, e poco importa se è vero.
L’efficacia della sindaca da questo punto di vista è singolare, per provarla basterebbe chiedere ai romani se sanno chi è l’assessore ai rifiuti di Roma o l’assessore al verde.
I due principali responsabili di questo disastro non sono neanche conosciuti, non si sanno neppure i nomi mentre le colpe vengono scaricate tra la Regione, i Municipi, gli operatori. Tutti responsabili tranne quelli che da cinque anni siedono al Campidoglio e hanno le deleghe da esercitare su quelle materie.
Governare è difficile e non si improvvisa, ma servirebbe mantenere sempre un certo livello di onestà intellettuale, intanto con se stessi. Come si fa ad affermare di essere la sindaca delle periferie e non accorgersi invece di essere la sindaca che ha periferizzato tutta la città riducendola a una giungla e un immondezzaio?
Il 3 e 4 di ottobre non c’è ragione per continuare a dare credito a queste persone, nessuna.